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martedì 5 luglio 2011

Amarcord

Stavolta credo di aver battuto ogni record di fughe da casa! Ma son tornata, son tornata.

Ogni tanto mi piglia di far l'eremita... Non mi assento del tutto dai blog... non posto sul mio, perchè entro in uno spirito di osservazione, in cui non ho granchè da raccontare, ma preferisco "mettermi in ascolto", e gironzolo come il fantasma dei Natali Presenti a sbirciare dalla finestra delle vostre casette virtuali.

Questo mio errare non ha capo nè coda, è fine a se stesso, come fosse una pausa necessaria a estraniarmi da me stessa.

E quando rientro in me mi capita di ripensare a episodi anche insignificanti a volte, di tanto tempo fa.

Vi è mai capitato che in un giorno qualunque, in un momento qualsiasi, così, all'improvviso, senza motivo, vi venga a trovare un ricordo seppellito nella memoria? Un episodio di poca o molta importanza, non fa differenza, ma cui non pensavate da anni?

Ecco, qualche giorno fa è tornato a trovarmi un ricordo davvero lontano, un episodio chiuso nell’armadio dei miei 17 anni.

A scuola conoscevo tantissima gente: ero di quelle persone che non amano la chiusura dei gruppetti elitari, e ogni anno facevo conoscenza con ragazze e ragazzi nuovi con facilità.

L’anno della mia quarta superiore conosco un ragazzo durante una manifestazione, durante la quale ci si incrocia più volte tra il caos e si chiacchiera piacevolmente. Rientrati a scuola ci si incrocia nel cortile, e noto che spesso ha in mano un giornale che sembra un quotidiano, ma che in realtà è un settimanale di fumetti e satira. Inizia così una routine simpatica: il lunedì lui comprava il giornale, e il mercoledì dopo averlo letto mi cercava all’intervallo e me lo portava.

Ogni volta che ci si vedeva era uno scambio di battute spiritose e ci si salutava, niente di più.

A metà anno scolastico mi chiede se gli scrivo due righe romantiche per una ragazza di cui si era innamorato… cerco di accontentarlo e la cosa finisce così. Continua lo scambio di battute e giornali. A fine anno mi cerca per salutarmi, e insieme al solito giornale mi consegna una foglio ripiegato, mi saluta frettolosamente e se ne va.

Tornata a casa apro il foglietto, e trovo la pagina strappata dal suo diario, in cui avevo scritto mesi prima quelle righe destinate alla ragazza di cui si era innamorato, ma di cui non mi parlò più in seguito…

Confesso la mia ottusità: ci ho messo un bel po’ per intuire che – forse – quella ragazza ero io… ancora oggi non sono convinta di come l’ho presa… son rimasta davvero spiazzata! Per mesi ha pensato romanticamente a me, senza mai trovare il coraggio di confessarlo apertamente, e solo a fine anno lancia il sasso e nasconde la mano…

Ripensando a lui oggi mi chiedo come sarà diventato dopo tutti questi anni. Lo immagino ancora più alto, magari avrà perso i capelli e gli sarà cresciuta la pancia. Di certo non avrà più l’apparecchio ai denti, e forse avrà una bella famiglia.

Io lo immagino però con gli stessi occhi scuri vivaci, e mi piace pensare che sorrida ancora spesso e facilmente come allora, con quella sua eterna aria da ragazzino che ama godere delle gioie semplici della vita.

Vorrei ringraziarti, se passi di qui e ti riconosci, ma anche solo idealmente, perché in fondo, sotto sotto, a tutte le ragazze fa piacere essere corteggiate. Scoprire di essere stata nei tuoi pensieri, tanto irraggiungibile da impedirti di avvicinarti più di così, con garbo e gentilezza, come un gentiluomo d’altri tempi – travestito con la scorza di un rustico ragazzo della porta accanto – ancora oggi mi fa sentire di esser stata anche solo per un po’ protagonista inconsapevole di un film romantico…

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